Il cittadino, per contestare l’operato della pubblica amministrazione (p.a.), non dispone soltanto dei mezzi di tutela giurisdizionale, cioè del ricorso al giudice civile o amministrativo, ma può anche rivolgersi all’amministrazione dai cui provvedimenti è stato leso per chiederne la revoca o la modifica, a tutela di un proprio diritto soggettivo o di un interesse legittimo.
Inoltre, la p.a. può sempre annullare d’ufficio o revocare i propri provvedimenti che reputa viziati o comunque inopportuni.
Tale potere, però, che prende il nome di “autotutela”, si distingue dal potere di decidere sui ricorsi amministrativi proposti dai singoli. Quest’ultimo mira a far rispettare il diritto: si accerta solo se il provvedimento, lesivo dell’interesse privato, è conforme o no alla legge, senza che in questa valutazione, comunque, sia preso in considerazione l’interesse pubblico.
L’autotutela, invece, ha di mira il solo interesse della collettività e serve a garantire il miglior svolgimento dell’attività amministrativa.
Riassumendo e riferendoci al caso che ci riguarda, l’istanza di autotutela depositata in data 14 febbraio 2008, sottoscritta da 155 cittadini del comune di Budoia, ha lo scopo di:
- sollecitare il Comune di Budoia e la Regione Friuli Venezia Giulia ad applicare il principio dell’autotutela per revocare il parere favorevole espresso dal Comune per gli aspetti riguardanti la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e per revocare le delibere della Giunta regionale che, recependo il parere del Comune, esprimono il parere di VIA definitivo, giudicando compatibile con l’ambiente il progetto esaminato;
- aprire la strada per un confronto tra cittadini e istituzioni, come peraltro previsto dalla normativa internazionale, comunitaria, nazionale e regionale, per giungere a delle scelte il più possibile condivise e non “calate dall’alto”.
Ricordiamo infine che, per legge, sia il Comune che la Regione non hanno l’obbligo, ma solo la facoltà, di riesaminare gli atti oggetto dell’istanza ed eventualmente revocarli.
Riteniamo comunque che, a fronte di un’eventuale risposta negativa alle richieste formulate nell’istanza di autotutela, le amministrazioni pubbliche interessate dovranno fornire adeguate spiegazioni a tutti i cittadini che hanno espresso la volontà di essere coinvolti nelle scelte riguardanti il futuro del territorio in cui vivono.
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